sabato 22 settembre 2012

"Forse, Anne, forse un giorno, più avanti, molto più avanti, ci incontreremo in un luogo assolato, con gente intorno, alberi, un raggio di sole , che so, degli uccelli che canteranno come il giorno del nostro matrimonio, e al centro del brusio ci riconosceremo e penseremeo con nostalgia al tempo passato, quello dei nostri vent'anni, quello delle prime speranze, quello delle grandi delusioni, il tempo in cui abbiamo sempre sognato, in cui abbiamo abbracciato il cielo, prima che ci cadesse sulla testa, perchè quel tempo, Anne, quel tempo ci appartiene e nessuno potrà mai rubarcelo."

giovedì 17 maggio 2012

Penso e ripenso e mi perdo. E non perdo me, ma perdo il ricordo. E il ricordo si allontana si annebbia si offusca. Il ricordo si perde. E sono le guance bagnate a ricordare, ma non il ricordo, non la mia mente, non io, non il ricordo. Forse il cuore, e si scansa e il dolore lo prende e lo agguanta e lo abbandona. Non io, non la mente, ma il cuore, il cuore solo, perduto, dimenticato. Ma ricordo, e mi perdo. E se solo potessi ricordare per sempre e dimenticare in un lampo quel che c'era e non c'è più. Ma ricordo e respiro, e il cuore si ferma, e la mente si perde. Ma l'amore che c'era e che c'è non si perde. E il ricordo svanisce, e il cuore ancora trema e la sera lo stanca. Il ricordo nasconde il dolore, ma il cuore non scorda e raccoglie.

venerdì 22 ottobre 2010

Noi camminiamo attraverso noi stessi, incontrando ladroni, spettri, giganti, vecchi, giovani, mogli, vedove, fratelli adulterini, ma sempre incontrando noi stessi.

ah yes I know them well who was the first person in the universe before there was anybody that made it all who ah that they dont know neither do I so there you are they might as well try to stop the sun from rising tomorrow the sun shines for you he said the day we were lying among the rhododendrons on Howth head in the grey tweed suit and his straw hat the day I got him to propose me yes first I gave him a bit of seedcake out of my mouth and it was leapyear like now yes 16 years ago my God after that long kiss I near lost my breath yes he said I was a flower of the mountain ye so we are flowers all a womans body yes that was one true thing he said in his life and the sun shines for you today yes that was why I liked him because I saw he understood or felt what a woman is and I knew I could always get round him and I gave him all the pleasure I could  leading him on till he asked me to say yes and I wouldnt answer first only looked out over the sea and the sky I was thinking of so many things he didnt know of Mulvey and Mr Stanhope and Hester and father and old captain Groves and the sailors playing all birds fly and I say stoop and washing up the dishes they called it on the pier and the sentry in front of the governors house with the thing round his white helmet poor devil half roasted and the Spanish girls laughing in their shawls and their tall combs and the auctions in the morning the Greeks and the Jews and the Arabs and the devil knows who else from all the ends of Europe and Duke street and the fowl market all clucking outside Larby Sharons and the poor donkeys slipping half asleep in the shade on the steps and the big wheels of the carts of the bulls and the old castle thousands of years old yes and those handsome Moors all in white and turbens like kings asking you to sit down in their little bit of a shop and Ronda with the old windows or the posadas glancing eyes a lattice hid for her lover to kiss the iron and the wineshops half open at night and the castanets and the night we missed the boat at Algeciras the watchman going about serene with his lamp and O that awful deepdown torrent O and the sea the sea crimson sometimes like fire and the glorious sunsets and the figtrees in the Alameda gardens yes and all the queer little street and pink and blue and yellow houses and the rosegardens and the jessamine and geraniums and cactuses and Gibraltar as a girl where I was a flower of the mountains yes when I put the rose in my hair like the Andalusian girls used or shall I wear a red yes and how he kissed me under the Moorish wall and I thought well as well him as another and then I asked him with my eyes to ask again yes and then he asked me would I yes to say yes my mountain flower and first I put my arms around him yes and drew him down to me so he could feel my breast all perfume yes and his heart was going like mad yes I said yes I will  Yes. 
                                                                                                                                James Joyce

 

mercoledì 6 ottobre 2010

e la vera meschinità è che non possiamo amare mentre amiamo.

Per scrivere una pagina di parole. Per ricevere un fiore. Per una canzone che parla di te. Per il messaggio che scriverai e quello che salverai. Per un sorriso che ti riempe il cuore. Per aprire le braccia con il vento che ti sfiora i capelli. Per fare una cazzata. Per una discussione che finisce bene. Per quella persona che non ti lascia parlare perchè sa già cosa vuoi dire. Per rimanere delusi. Per chiudersi in un bagno di un metro quadrato. Per camminare a piedi nudi sotto la pioggia. Per sapere che puoi fare di più e farlo. Per un qualcosa che non ti aspettavi ma c'è. Per tutto quello che hai. Per un grazie che ti porta via. Per un minuto che ti cambia la vita. Per scegliere. Per mettere su due piani diversi due cose diverse. Per esserci. Per te e per loro. Per guardarsi e capirsi. Per stare sdraiati su un prato a guardare il cielo. Per quando il sole non c'è ma ci sono tutti gli altri. Per una buonanotte desiderata e mai arrivata. Per l'insieme degli odori che fanno il profumo di una persona. Per respirare nel mare più blu. Per voltare la testa con il mondo contro. Per capire di aver sbagliato tutto. Per essere perfetti. Per aggiungere e raggiungere qualcosa ogni volta che vuoi. Per chiedere scusa. Per essere incoerenti. Per farsi perdonare. Per mettere da parte l'orgoglio e tirarlo fuori, al momente giusto. Per cambiare e rimanere se stessi. Per ricevere un complimento. Per studiare una giornata intera e non fare niente quella dopo. Per partire in quinta. Per sorridere come due scemi. Per viaggiare in macchina ed ascoltare la musica. Per stare mezz'ora a ridere di qualcosa che non hai capito. Per la sfida che vincerai. Per vedere un posto che non avevi mai visto. Per poi tornare nel posto di sempre. Per prendersi cinque minuti di pausa dal resto del mondo. Per i momenti come questo. Per un floppy che non vuoi riscrivere.


martedì 5 ottobre 2010

Muoiono nello stesso respiro, gli amanti.

Lei era una di quelle che non avresti mai potuto controllare. Più avanti sempre un passo avanti a te, ma comunque accanto. Era una di quelle che non avresti potuto fregare. Lei non si fermava, non si girava a vedere se la guardavi, sapeva che lo facevi e non te lo faceva capire. Ho sempre pensato che con lei avrei potuto girare il mondo in macchina, senza una meta, andare per andare: sono sicuro che avrebbe appoggiato i piedi sul cruscotto, sarebbe sprofondata dentro la sciarpa e poi avrebbe iniziato a lamentarsi per il troppo caldo, poi per il troppo freddo, poi per l'aria dal finestrino, e infine mi avrebbe guardato e avrebbe riso di gusto senza motivo. Sono sicuro che avrebbe canticchiato con me qualche canzone facendomi notare quando sbagliavo e rigirando i discorsi quando sbagliava lei. Era una di quelle che dopo aver litigato per un'ora intera, per farle tornare tranquille devi baciarle per forza: e per tutte le volte che abbiamo litigato io non l'ho mai baciata per forza. Era una di quelle che si offendevano per ogni cosa, ogni cosa che facevo non era la cosa perfetta, e forse nemmeno quella giusta, ma ogni volta che sbagliavo lei aveva il coraggio di perdonarmi. Ogni tanto se ne veniva fuori con delle teoria folle, qualche volta sembrava che ogni cosa che usciva dalla sua bocca fosse opera di qualche poeta, e qualche volta quando diceva cose stupide e fuori di testa lo faceva con talmente tanta sicurezza, che alla fine ci credevo anche io da quanto ci credeva lei. Era una di quelle che o ti piacciono o no, o il secondo giorno non reggi. Era una di quelle che non ti avrebbe mai detto "non puoi fare quello, non puoi comportarti così", ma se lo facevi senza che nessuno ti avesse avvertito, lei ne faceva una tragedia e il più delle volte si metteva a piangere. Adoravo vederla piangere, mi ha ripetuto un miliardo di volte che lo faceva per nervosismo e non per debolezza, e mentre si asciugava con la manica della maglietta mi ripeteva di non pensare che piangesse perché ci stava male. Non sono sicuro di averci sempre creduto.
Lei c'era, anche se non sembrava, anche quando mancava il resto.